Berlusconi assolto per il processo Ruby in Cassazione per mancanza di prove, ossia perchè il fatto non sussiste (come si dice ora): la notizia guadagna le prime pagine di tutti i giornali.
La bagarre per l’assoluzione di Berlusconi ha una tempestività tutta sua, è ancora una volta strumentalmente molto subdola ed efficace per la sinistra dei partiti e dei giornali (e pure dei sindacati): fomenta l’odio per Berlusconi occupando le prime pagine dei giornali per insabbiare il colpo di spugna che Matteo Renzi, l’uomo di sinistra Renzi, la settimana scorsa ha dato all’articolo 18, ammettendo i licenziamenti senza reintegro e limitando la “giusta causa” a discriminazioni di tipo razziale e sessuale.
L’ultimo baluardo delle conquiste sindacali degli anni 70, appartenenti a quella generazione che – guardacaso – odia visceralmente Berlusconi per tutto quello che rappresenta (il ricco imprenditore che si è fatto da sé e che per questo si innalza al di sopra del bene e del male, civile e morale), spazzato via nell’indifferenza generale, affogato dal rumore di fondo, anzi no, dal rumore creato alzando il volume proprio su Berlusconi, incarnazione del male, bersaglio facile per deviare l’attenzione.
Chi questo processo l’ha montato, magari sapendo già come sarebbe finito (non uno straccio di prove) se ne è servito sino all’ultimo. Così adesso siamo qui a intervistare Vaticano, a incensare Berlusconi sui suoi TG, a odiarlo nei salotti della sinistra, invece di scendere a protestare per un sistema che rende sempre più incerto il posto di lavoro.
Renzi ci ha tolto da sotto al naso l’articolo 18, che strenuamente abbiamo difeso quando la destra voleva annullarlo, e i giornali gli hanno fornito chili e chili di vaselina affinché quasi nemmeno ce ne accorgessimo.
Per i lavoratori privati, s’intende. Ché il pubblico non s’è toccato in questa riforma. Sarà mica per questo che i sindacati hanno taciuto e hanno preferito concentrarsi su altro?